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Docenza: con Regione Marche oltre 1.200 corsisti sull'Intelligenza Artificiale

La Pubblica Amministrazione (PA) è chiamata oggi a fronteggiare sfide sempre più complesse, che richiedono l'adozione di strumenti avanzati e l'acquisizione di competenze nuove. Tra queste, l'Intelligenza Artificiale (IA) rappresenta senza dubbio uno degli ambiti più strategici e di maggiore impatto. Investire nell'IA non è più solo un'opportunità, ma una necessità per rendere la PA più efficiente, trasparente e capace di rispondere alle esigenze dei cittadini in modo tempestivo e accurato.


È in questo contesto che si inserisce il mio recente incarico come docente nel corso "Intelligenza artificiale: iniziamo a conoscerla", rivolto al personale della Regione Marche. L'iniziativa coinvolge oltre 1.200 dipendenti e ha l'obiettivo di fornire una formazione completa sull'IA, affrontando non solo gli aspetti tecnici e operativi, ma anche quelli normativi, culturali, sociali ed etici.

Per la Pubblica Amministrazione, la comprensione delle dinamiche legate all'IA non può limitarsi alla mera conoscenza delle tecnologie. È fondamentale che i dipendenti pubblici sviluppino una consapevolezza profonda delle implicazioni legali e normative che l'IA comporta, dalla protezione dei dati personali alla responsabilità giuridica degli algoritmi. Questo è un aspetto cruciale per garantire che l'adozione dell'IA avvenga in modo sicuro e conforme alle normative vigenti.


Tuttavia, altrettanto importante è l'approfondimento dei temi culturali, sociali ed etici. L'IA non è solo un insieme di tecnologie; è un fenomeno che incide profondamente sulla società, sulle dinamiche lavorative, sui rapporti tra cittadini e istituzioni. La PA ha il dovere di promuovere una riflessione critica su questi aspetti, per evitare che l'adozione dell'IA possa portare a disparità, discriminazioni o altre conseguenze negative.

Per questo, il corso che ho il privilegio di condurre si struttura in diversi moduli che affrontano temi chiave come l'etica dell'IA, la responsabilità nella gestione dei dati, e le sfide culturali legate all'adozione di queste tecnologie.


Solo attraverso una formazione integrata, che abbraccia tutte queste dimensioni, la PA potrà sfruttare appieno le potenzialità dell'IA, contribuendo al tempo stesso a costruire una società più equa, trasparente e inclusiva.


L'investimento nella formazione continua e nella sensibilizzazione è, dunque, essenziale. La Regione Marche ha intrapreso un percorso ambizioso, consapevole dell'importanza di preparare i propri dipendenti a gestire il cambiamento tecnologico in atto. Sono convinto che questo approccio rappresenti un esempio virtuoso che altre amministrazioni potranno seguire, ponendo le basi per un futuro in cui l'IA sia al servizio della collettività e del bene comune.

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